Detartrasi: come proteggere il proprio cane dai batteri dentali

 

Ti senti svenire quando Fido ti lecca il viso? Non riesci a stare vicino al suo muso per il cattivo odore? È  arrivato il momento della detartrasi! 

Nei nostri amici a 4 zampe, così come nell’uomo, si forma il tartaro dentale, che se non trattato darà il via a  problemi non solo dentali ma sistemici. È per questo che entra in gioco la detartrasi , ossia la procedura di  ablazione del tartaro dentale e il metodo più efficace per pulire la bocca del nostro fido. 

 

Chi è più soggetto?

In generale i cani di taglia piccola sono maggiormente predisposti rispetto a quelli di taglia grande. Ci sono  poi predisposizioni di razza, le razze brachicefaliche nel cane e i gatti persiani. Sicuramente, in tutti i cani e  gatti, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Cibo umido, che viene masticato molto, rimane adeso ai  denti più facilmente rispetto alle crocchette. 

 

Come si forma il tartaro?

il primo segno visibile è la formazione di placca, ovvero quella patina giallo/marroncina che si forma  soprattutto sui molari e premolari. È naturale infatti che col tempo i residui di cibo, si uniscano a saliva e  batteri a formare questa patina. 

Se non trattata, si trasformerà in tartaro il quale si diffonderà al di sotto della gengiva, distruggendo  internamente il dente che poi diventerà mobile o potrà addirittura cadere. 

Purtroppo i batteri contenuti nel tartaro non rimangono localizzati alle gengive ma possono riversarsi nel  circolo sanguigno e da qui dare il via a infezioni in organi come cuore, fegato, reni. 

Per questo motivo la pulizia dei denti non è solo un problema estetico, perché nei casi gravi si possono  formare ascessi, fistole e sarà necessario l’estrazione del dente stesso. 

 

 

 

Quando è l’ora della Detartrasi?

Quando l’alitosi diventa insostenibile o il nostro amico mostra meno appetito, perdita di peso, sbatte  spesso i denti.. la situazione è già avanzata e una detartrasi è urgente. 

Piuttosto prendiamo come abitudine quella di ispezionare periodicamente la bocca del nostro animale e  rechiamoci dal veterinario quando le gengive sono arrossate o sui denti inizia a formarsi la placca. 

 

 

 

 

In cosa consiste questa procedura?

Durante la detartrasi si utilizzano strumenti simili a quelli dei dentisti umani, come l’ablatore ad ultrasuoni  che spazzerà via tutto il tartaro, anche quello presente nelle tasche gengivali. In quest’occasione si fa anche  un’ispezione accurata della bocca, andando a vedere se ci sono ascessi, fistole o neoformazioni del cavo  orale. 

A differenza dell’uomo però, è necessario eseguirla in anestesia generale gassosa in cui il paziente verrà  intubato. L’intubazione è indispensabile perché impedirà che acqua, sangue e saliva pieni di batteri vadano  in trachea e quindi nei polmoni. Si effettueranno gli esami del sangue prima dell’anestesia per poter  operare in totale sicurezza. 

 

 

Prevenire è meglio che curare!

La detartrasi non è solo una procedura di pulizia ma anche di prevenzione! Dopo aver ripulito i denti e  restituito un sorriso smagliante al nostro cucciolo, si effettua la lucidatura dei denti, un’operazione che  ritarderà la formazione di nuova placca.

Ricordate di continuare la prevenzione a casa! Se il vostro cucciolo è abituato a essere manipolato, potete  attrezzarvi di spazzolino e dentifricio per animali, particolari giocattoli masticativi, dental stick.. o farvi  consigliare dal vostro veterinario l’alimentazione più adatta per la salute dentale.

 

 

Felix ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Argo manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

Noi di Clinica Veterinaria Lecce Sud siamo a disposizione per fare insieme un controllo di check-up, una visita di routine, una visita specialistica, visita di diagnostica per immagini, esami di laboratorio, visita di medicina di base, medicina specialistica e terapia del dolore, per i nostri amici a quattro zampe!

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    Parassiti esterni e malattie infettive: come comportarci e cosa c’è da sapere

     

    La primavera e l’estate, quando è più facile avere temperature superiori ai 18°, sono le stagioni in cui i nostri animali rischiano maggiormente di contrarre alcune malattie infettive.

     

    Nel nostro territorio le più diffuse sono la leishmaniosi, la filariosi cardio-polmonare e tutte le malattie da rickettsie trasmesse dalle zecche. Ma non solo! le demodicosi e le allergie da pulci sono ulteriori patologie secondarie all’infestazione da parassiti esterni.

    La leishmaniosi è una malattia trasmessa da un flebotomo, un insetto minuscolo e silenzioso. Questi insetti, alle nostre latitudini, vivono per tutto l’anno ma le leishmanie risultato attive nei mesi caldi. Il flebotomo, dunque, infetta il cane durante il pasto di sangue preferendo il crepuscolo e la notte. Spesso ci viene chiesto se basta tenere il cane in casa per evitare di contrarre questa pericolosa malattia. La risposta, purtroppo, è no. E’ necessario prevenire l’infezione con buoni antiparassitari quali pipette o collari;

     

    Ma non dimentichiamo che da qualche anno esiste un vaccino, un alleato valido nella prevenzione della leishmania! È un’ottima scelta per il nostro cane perchè, insieme agli antiparassitari, gli permette di avere delle armi efficaci per combattere il parassita.

     

    E’ sufficiente proteggere i nostri animali con il miglior antiparassitario in commercio?

    Sicuramente l’antiparassitario è un nostro alleato, ci protegge per circa 1 mese da pulci zecche, zanzare, flebotomi, mosche, anche se non tutti sono così completi ed efficaci. Però la risposta ancora una volta è no! Applicare di questi prodotti diminuisce dell’80% la possibilità di contrarre l’infezione perchè tengono alla larga i vettori di queste brutte malattie.

    Ricordiamo che occorre applicare l’antiparassitario con cute sporca e che i lavaggi frequenti accorciano la durata dell’antiparassitario. Quindi è come andare in battaglia, più protezioni abbiamo più saremo sicuri. Per il resto consigliamo di controllare i nostri animali ad OTTOBRE, una visita e un semplice esame del sangue permetterà di prevenire i sintomi e di giocare di anticipo sulla malattia.

    Ad ottobre e novembre eseguiamo un’elettroforesi per controllare che i nostri metodi di prevenzione estivi abbiano funzionato e se non fosse così siamo pronti ad intervenire in tempo e a non far progredire la malattia!

    Quindi non mancate mai questi due appuntamenti annuali con il vostro veterinario e i vostri animali ve ne saranno grati!

     

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      La sindrome brachicefalica nei Bulldog e bouledogue francese

       

      La sindrome brachicefalica o BAOS,  per usare un acronimo inglese, è una patologia delle vie aeree superiori che colpisce alcune razze di cani e gatti. Chi ha un bouldogue francese, un bulldog inglese, un pechinese o ancora un cane corso (per dire solo alcune razze), sa o dovrebbe sapere di cosa stiamo per parlare.

      Si tratta di una difficoltà respiratoria causata dall’impedimento dato dal palato molle alla trachea.

       

      Quali sono i sintomi più comuni?

      I sintomi più comuni sono:

      • semplice rumore respiratorio (russare)
      • dispnea
      • affaticamento precoce

       

      Quali sono le razze più colpite?

      Le razze colpite sono tutte quelle a muso corto, schiacciato.

       

      Qual è la causa di questo disturbo?

      La difficoltà respiratoria, più correttamente inspiratoria, ossia quando il cane deve prendere aria, è data dall’eccessiva lunghezza del palato molle che ostruisce l’ingresso dell’aria. La parte terminale del palato molle si comporta come una bandiera che sventola al passaggio di aria e se questo è troppo lungo, fa da tappo alla prima parte della trachea impedendo l’ingresso dell’aria. Quando il cane è in una condizione di caldo eccessivo, di stanchezza per attività fisica, la respirazione si fa più intensa, il palato molle oltre a sventolare si ispessisce, se a questo aggiungiamo che la trachea, in questi cani, può essere ipoplastica ossia piccola di diametro causando ancora piu difficolta a respirare. Se a tutto questo aggiungiamo narici piccole e strette possiamo capire come tutto diventa problematico e difficoltoso.

      Per comprendere la sensazione che il nostro cane ha, dobbiamo provare ad immaginare di respirare da una cannuccia, dopo aver fatto una corsa, ostruendo parzialmente l’ingresso dell’aria.

       

      Come possiamo aiutare il nostro cucciolo?

      Ora che abbiamo chiaro, a grandi linee, cosa provoca questa patologia, vediamo cosa dobbiamo fare per aiutare il nostro paziente:

      • Visita clinica. Già dalla prima visita il vostro veterinario, oltre a spiegarvi le attenzioni da tenere, vi istruirà sulla patologia
      • il primo passo per diagnosticare correttamente questa patologia avviene in sedazione, potendo ispezionare e osservare per bene il comportamento del palato molle.
      • una volta diagnosticata correttamente la patologia si passa alla correzione chirurgica che consiste nella plastica del palato in eccesso e plastica delle narici.

       

      Bisogna ricordare che cani e gatti brachicefalici possono passare, molto rapidamente, in condizioni di stress, caldo e attività fisica, anche moderata, da condizioni di normalità a stati di difficoltà respiratoria grave che può condurre a morte precoce.

      Invitiamo tutti i possessori di un cane o gatto brachicefalico a far controllare il proprio amico, ne va della loro vita.

       

       

      Felix ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Argo manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

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        Lussazione della Rotula nei cani: sintomi e cura

         

        La lussazione della rotula è una patologia ortopedica molto diffusa nei piccoli cani.
        Barboncini, chihuahua, pincher, spitz, tra le razze più colpite.

         

        Quali sono i sintomi?

        I sintomi sono dati da zoppia degli arti posteriori, intermittente. Molto frequentemente colpisce entrambi gli arti.

        Il proprietario riferisce che il povero cagnetto di tanto in tanto solleva la zampetta ma che non sembra provar dolore, altri invece raccontano di un rumore, un click a livello del ginocchio in seguito al quale la zampetta è portata in su e che dopo qualche massaggio tutto torna a posto.

        La lussazione della rotula può essere laterale o mediale, ossia la rotula può posizionarsi nella parte interna del ginocchio o nella parte esterna.

         

        Quali sono le cause?

        Le cause sono date da una deviazione del femore o della tibia, ossia possiamo avere un femore storto come una banana o/e torto come una scala a chiocciola, l’unica deviazione della tibia a portare a lussazione è solo la torsione.

        Per comprendere facilmente il fenomeno basti pensare ad un treno che deraglia perché i binari sono storti. L’esempio è semplicistico ma credo che renda bene l’idea.

        Per poter diagnosticare la lussazione abbiamo bisogno di una valutazione clinica ossia con dei movimenti del piedino si può simulare la lussazione. Chi ha causato la lussazione invece ci viene detto da uno studio radiografico degli arti, in sedazione profonda.

        E’ possibile avere 4 gradi di gravità:

        • 1° l’operatore riesce a lussare la rotula ma spontaneamente recupera la posizione corretta
        • 2° l’operatore lussa la rotula e l’operatore deve ridurre la lussazione
        • 3° si ha con rotula permanentemente lussata e l’operatore riesce a riposizionarla
        • 4° lussazione spontanea e nonostante l’operatore cerchi di riposizionare la lussazione la rotula si rilussa.

         

        Qual è la terapia?

        La terapia per questo tipo di patologia è solo chirurgica. Dopo lo studio radiografico si può valutare chi sarà da raddrizzare e quindi in chirurgia si provvederà alla correzione dei segmenti ossei.

        Solitamente il recuperò va da buono ad ottimale.

         

         

        Nachos ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Charlie manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

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          Paralisi nei cani: quali sono i campanelli d’allarme e come agire

           

          La paralisi è la perdita della motilità delle strutture muscolari.
          Quindi una situazione di assoluta urgenza.

          Si distingue in paresi (perdita parziale della motilità) e plegia (perdita totale)

          Queste a loro volta possono riguardare solo 2 arti (paraparesi o emiparesi riguardante gli arti posteriori o gli arti di un solo lato, paraplegia o emiplagia  riguardante gli arti posteriori o gli arti di un solo lato) o tutti e 4 (tetraparesi e tetraplegia). La definizione è importantissima come assimilarne il significato. In molte chiamate che riceviamo prima della visita, ci viene raccontato che il proprio cane è paralizzato, questo può esser fuorviante perchè ci porta a considerare urgente qualcosa che non lo è.

           

          Quali sono le cause più comuni?

          La paralisi è una condizione neurologica urgente che può sopraggiungere per molte cause come:

          • traumi
          • compressioni midollari (ernie, tumori, emorraggie midollari, lussazioni)
          • avvelenamenti
          • patologie autoimmuni
          • infezioni

          Queste le cause più frequenti.

           

          In cosa consiste la paralisi?

          A differenza di quanto si pensa, i problemi ortopedici non portano mai a paralisi ad esclusione delle fratture vertebrali. Il grosso spauracchio dei proprietari è la paralisi da displasia, ma questa come avete ben capito non esiste.

          La paralisi è l’interruzione dell’elettricità. Se consideriamo il cervello come una centrale che produce elettricità e il midollo come il cavo che esce dalla centrale per andare nei distretti vicini a fornire di energia elettrica, ci risulta facile capire che la paralisi è qualcosa che andrà ad interferire con queste 2 strutture.

          Sono condizioni di assoluta urgenza in cui ci sarà la necessità di una visita neurologica, esami del sangue e, a seconda dei casi, indagini avanzate come Tc, RM o prelievi di liquido cerebro spinale.

          La terapia ovviamente varierà a seconda della diagnosi come anche la prognosi e ognuna delle succitate patologie merita una trattazione a parte.

           

           

          Ringhio ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Boxer manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

          Noi di Clinica Veterinaria Lecce Sud siamo a disposizione per fare insieme un controllo di check-up, una visita di routine, una visita specialistica, visita di diagnostica per immagini, esami di laboratorio, visita di medicina di base, medicina specialistica e terapia del dolore, per i nostri amici a quattro zampe!

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            Rottura del Legamento Crociato nei cani: come accorgersene e come curarla

             

            Il ginocchio è un’articolazione complessa costituita dai condili femorali che ruotano sul piatto della tibia.

            Si tratta di un’articolazione caratterizzata da 2 gradi di movimento:

            • flesso-estensione lungo l’asse trasversale;
            • movimento accessorio di rotazione.

             

            Una caratteristica distintiva di questa complessa articolazione è la presenza di strutture cartilaginee, come i menischi, che rendono congrue le superfici articolari.

            I mezzi di unione dei capi articolari sono dati:

            • dalla capsula articolare che, come una cuffia, avvolge tutta l’articolazione;
            • dai legamenti collaterali mediale e laterale che limitano i movimenti di lateralità;
            • dai legamenti crociati caudale e craniale che impediscono lo scivolamento del   femore sulla tibia sotto la forza di anteropulsione durante la flesso estensione.

             

            I legamenti crociati craniale e caudale sono costituiti da 2 porzioni: la banda craniomediale e la banda caudolaterale. Queste funzionano in maniera indipendente durante la flessione ed estensione.

            La banda craniale del legamento crociato craniale resta tesa in estensione e rilassata in flessione, la banda caudolaterale si comporta inversamente.

            Il legamento crociato caudale è costituito in maggioranza dalla porzione craniale, tesa in flessione e rilassata in estensione, viceversa per la porzione caudale.

            Bisogna immaginare i condili femorali come un cilindro e il piatto tibiale come un piano inclinato, ciò ché impedisce ai condili di scivolar indietro è proprio il legamento crociato craniale.

             

            ROTTURA DEL LEGAMENTO CROCIATO CRANIALE

            La rottura del legamento crociato craniale è l’infortunio più frequente dell’arto pelvico del cane. Il legamento crociato craniale rappresenta la più importante struttura di stabilizzazione articolare, in quanto impedisce lo scivolamento craniale  della tibia sul femore, facendo si che ci sia una rotazione dei condili sul piatto tibiale e non una traslazione.

            Mentre nell’uomo la rottura è sempre associata ad un evento traumatico, nel cane può avvenire spontaneamente.

            Lo scivolamento dei condili sulla tibia, anziché una rotazione, fa sì che avvenga una “esfoliazione” della cartilagine, dando il via dunque, a processi artrosici.

            Sino al 1983 le tecniche di stabilizzazione erano poco studiate e per lo più fallimentari, miravano alla ricostruzione del legamento.

            Fino a quando Slocum arrivò ad una conclusione, studi e ricerche gli permisero di ideare una nuova tecnica, la TPLO (Tibial Plateau Levelling Osteotomy).

            Nel 2001 altri 2 veterinari Montavon e Tepic svilupparono un’altra tecnica di stabilizzazione la TTA.

             

            DIAGNOSI

            Il paziente viene portato a visita per una evidente zoppia, durante la stazione l’arto sarà poggiato in punta e, in seduta, viene posto in estensione anziché in flessione come il controlaterale. La diagnosi è sempre clinica con l’esecuzione di 2 test, il test del cassetto e il test di compressione tibiale.

            Entrambi i test sono delle manovre che promuovono lo spostamento in avanti della tibia sul femore, andando quindi a sollecitare l’instabilità. I mezzi di diagnostica per immagini (rx) riescono in alcuni casi a valutare i segni indiretti della rottura del legamento ma non riescono a vedere le strutture legamentose.

             

            TERAPIA

            Per la risoluzione di questa patologia sono descritti in letteratura, trattamenti conservativi e trattamenti chirurgici. I trattamenti conservativi trovano spazio in pazienti inferiori ai 10 kg di peso ma con risultati non molto soddisfacenti.

            Si raggiunge una stabilità articolare solo in seguito all’artrosi sopraggiunta.

            I trattamenti chirurgici sono stati tradizionalmente suddivisi in:

            • intrarticolari
            • extrarticolari
            • tecniche di osteotomia correttiva (TPLO e TTA)

             

            Tecniche intrarticolari ed extrarticolari

            La prima tecnica chirurgica fu quella intrarticolare, negli anni 50, e prevedeva la ricostruzione del legamento tramite l’impiego di fascia lata (una porzione muscolare), in seguito si usò una porzione di legamento patellare.

            Nel complesso i risultati ottenuti da tali tecniche erano discreti, soprattutto nei pazienti molto leggeri, mentre si riscontravano molte complicanze nei pazienti pesanti.

            Il processo riparativo era lungo perchè la rivascolarizzazione e riorganizzazione lo rendevano incompetente a sorreggere carichi pesanti. Successivamente si è passati all’uso di materiali non autologhi come fili di nylon.

            Le metodiche extracapsulari, ossia intervenendo al di fuori dell’articolazione, usano come mezzi di sintesi e stabilizzazione, fili sintetici.

            Queste tecniche, come le precedenti sono, in un certo numero di casi, fallimentari, sopratutto nel lungo periodo in quanto le strutture protesiche tendono poi a cedere.

             

            Tecniche di osteotomia

            Come conseguenza diretta della biomeccanica del ginocchio, il problema principale è controllare la spinta craniale della tibia, ecco perchè si è studiato come cambiare la sua funzione, anzichè sostituire il legamento. Se non si neutralizza la spinta craniale della tibia, qualsiasi tecnica è destinata a fallire.

            Slocum a seguito dei suoi studi e ricerche, con la TPLO, prevede un osteotomia curvilinea del piatto tibiale per correggere l’inclinazione dello stesso, sino a raggiungere uno slop compreso tra 5° e 8° e fissando i monconi con placche dedicate. La nuova inclinazione del piatto tibiale genera una spinta craniale limitata
            essendo bilanciata dal bicipite femorale e dai muscoli posteriori della coscia che agiscono sulla tibia con forza di trazione diretta in senso caudale.

             

             

             

            La TTA (Tibial Tuberosity Advancement), ideata dai colleghi svizzeri Montavon e Tepic, ha l’obiettivo di avanzare cranialmente la tuberosità della tibia in modo che il tendine patellare risulti perpendicolare al piatto tibiale facendo in modo che le forze di compressione, durante la deambulazione, rendono stabile l’articolazione

            L’avanzamento della cresta tibiale è data dalla completa osteotomia della cresta che verrà stabilizzata tramite impianto dedicato, costituito da una placca e da un cage.

            L’impianto ha l’obiettivo di annullare la forza di trazione del tendine patellare che si aggancia sulla cresta; la forza di trazione è fortissima essendo data dal quadricipite femorale.

             

            La tecnica migliore a nostro parere non esiste ma esiste la tecnica chirurgica giusta per il chirurgo che dipenderà dalla confidenza sviluppata nel corso della sua esperienza. Sicuramente siamo portati ad escludere le tecniche intra ed extracapsulari a vantaggio delle osteotomie perche risolvono in maniera radicale il problema.

             

             

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              NEUROCHIRURGIA: quando è necessaria e quando affidarsi

               

              La neurochirurgia è una branca della chirurgia specialistica che si occupa di tutte quelle procedure chirurgiche sul sistema nervoso sia centrale che periferico, ossia sia sui nervi e midollo che sul cervello.

              Si tratta di procedure molto impegnative e molto rischiose.

               

              Per intervenire sul cervello bisogna superare il suo guscio, il cranio. Per intervenire a livello del midollo bisognerà superare un altra struttura ossea, le vertebre. questo ci fa capire come madre natura, nella sua perfezione, ha voluto preservare organi così importanti all’interno di strutture molto solide.

               

              Possiamo intendere il cervello come un computer o una server, il midollo come un grande cavo elettrico che dal computer collega ed invia i segnali alla periferia, tutti gli altri organi.

              Se il computer ha un problema non potrà inviare informazioni o dati tramite il cavo (midollo) e quindi abbiamo un black out parziale o totale, se invece è il cavo ad aver un problema, un interruzione, tutto funzionerà sino al punto di interruzione.

               

              Questo a grandi linee è come funziona il sistema nervoso. Abbiamo un altro dato da tener presente, le cellule nervose non si riparano, quindi se si verificherà un problema bisogna essere tempestivi perche più tempo passa più il rischio è alto. Tutto questo se lo traduciamo in “medichese”, se abbiamo una compressione midollare come un ernia al disco, la velocità interventistica ci darà maggior percentuale di successo, cosi come a livello centrale (cervello).

               

              Quindi per rispondere alla domanda, quando è necessaria? sempre fin quando c’è speranza, ovviamente è una generalizzazione ma se abbiamo ben chiaro il discorso del computer e del cavo così come quello della mancata riparazione delle cellule nervose abbiamo anche compreso che in moltissimi casi è l’unica via percorribile.

               

              A chi affidarsi? in medicina veterinaria, a differenza di quella umana, non esistono delle specializzazioni così settoriali e ogni medico veterinario potrebbe eseguire una neurochirurgia e subito dopo un’ecografia per poi finire la giornata con una visita dermatologica. Ovviamente questo  è lasciato al buon senso di ogni medico. Nella nostra struttura abbiamo deciso di settorializzare le nostre competenze eseguendo nel corso della nostra carriera lavorativa percorsi “specialistici”. Ognuno di noi ha avuto una formazione dedicata ad una disciplina in particolare, frequentando strutture dove praticavano colleghi esperti e attingendo al loro sapere, abbiamo frequentato e tutt’ora frequentiamo corsi e convegni perché siamo convinti che solo questa può essere la strada percorribile. Cerchiamo di produrre materiale multimediale al fieni informare e sensibilizzare i nostri utenti alle nostre pratiche e lo facciamo in scienza e coscienza senza mai dimenticare l’amore e l’affetto di cui ogni nostro paziente necessita.

               

               

              Luna ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Ulisse manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

              Noi di Clinica Veterinaria Lecce Sud siamo a disposizione per fare insieme un controllo di check-up, una visita di routine, una visita specialistica, visita di diagnostica per immagini, esami di laboratorio, visita di medicina di base, medicina specialistica e terapia del dolore, per i nostri amici a quattro zampe!

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                Prevenzione nei cani e gatti anziani: perchè e come farla

                 

                La vecchiaia non è una malattia. E’ il naturale processo verso cui tutti andiamo incontro e anche i nostri animali, ahimè, diventano anziani.

                Si dice che l’invecchiamento inizia dopo il periodo di massima vitalità sia nell’uomo che negli animali. Per questo, in maniera generica, possiamo affermare che superata la soglia di vita media, possiamo iniziare a parlare di gestione del paziente geriatrico. Nei gatti e nei cani di piccola taglia possiamo parlare di invecchiamento intorno ai 13-14 anni. Nei cani di grossa taglia già intorno ai 10 anni.

                Gli animali anziani che arrivano in struttura spesso sono i compagni di una vita dei propri proprietari, o animali che vengono adottati dai figli poichè i loro genitori non sono più in grado di occuparsene. E non di rado ci sono persone che scelgono di adottare direttamente un animale anziano, un gesto nobile, che può regalare affetto e amore negli ultimi anni della vita di un cane o di un gatto.

                 

                E’ normale che con il passare del tempo si possano manifestare patologie legate al naturale invecchiamento cellulare e non. Andiamo a vedere insieme quali sono, in linea generale, le problematiche più frequenti.

                 

                1) Osteoartrosi e dolore cronico: si manifesta spesso in età adulta perchè è la conseguenza di patologie articolari passate inosservate che poi si palesano in età geriatrica, che non rende più agile e scattante il nostro amico. E’ complicata dal peso spesso eccessivo degli animali che si presentano in clinica. Possono essere facilmente gestiti con integratori e antidolorifici e con tanta pazienza del proprietario. In medicina umana è stato notato come lo sviluppo muscolare possa aiutare a sopportare meglio il dolore articolare.

                2) Problemi dentali: sono la prima causa di anoressia negli animali. Una brutta igiene dentale, associata ad alitosi, può causare gengivite o parodontite con perdita di sangue che rende doloroso masticare e alimentarsi.

                3) Cardiomiopatie: le valvole cardiache vanno naturalmente incontro ad una degenerazione che spesso rimane asintomatica e che va solo tenuta sotto controllo con controlli annuali. Nel caso in cui si verificasse un peggioramento si interviene con una terapia medica appropriata.

                4) Problemi neurologici: anche i cani (meno i gatti) possono andare incontro a disfunzioni cognitive legate all’età. e’ caratteristico il fatto che il proprietario noti che diventano assolutamente sregolati, cambiano completamente atteggiamento nei confronti di un membro della famiglia e non riescono più a seguire la routine familiare, preferiscono giocare o dormire in momenti completamente diversi rispetto ai soliti. In alcune razze, invece, si manifesta una patologie più grave e purtroppo irreversibilie, la mielopatia degenerativa, che porta in poco tempo la completa immobilizzazione del cane.

                5) Problemi epatici e renali: la naturale degenerazione epatica e renale aggravata da patologie concomitanti potrebbero divenire sintomatiche con vomito, diarrea, anoressia, abbattimento, sete intensa. Riguardo soprattutto all’insufficienza renale, esistono dei valori predittivi negli esami del sangue che noi consigliamo perchè ci permettono di capire in anticipo, quindi prima che si sviluppino i segni clinici e che quindi sia già iniziata la malattia, l’inizio dell’insufficienza renale.

                6) Endocrinopatie: diabete, iper o ipotiroidismo, sindorme di cushing , morbo di addison e iperaldosteronismo sono le patologie ormonali più comuni. Questi sono una continua sfida per il veterinario e hanno bisogno della completa fiducia e collaborazione del proprietario poichè in questi casi il successo è dato da terapie eseguite in maniera scrupolosa e controlli periodici.

                6) Neoplasie: nonostante questa sia una piaga che purtroppo può affliggere anche gli animali più giovani, epidemiologicamente è stato dimostrato come l’incidenza di alcune neoplasie sia maggiore negli animali anziani.  Definire la presenza di un tumore non è mai facile. Di solito sono i segni clinici e gli esami di laboratorio che ci permettono di indirizzarci verso un determinato distretto in cui, ecograficamente o tramite Rm o tac è riscontrabile la neoformazione.

                 

                Perchè è importante un check up routinario del vostro animale domestico anche se “è sempre stato bene”?

                1)  Ci permette di tenere monitorati dei parametri che, se alterati, indicano un inizio di patologia ancora asintomatica e che quindi possiamo gestire al meglio.

                2) Ci permette di prenderci cura del vostro vecchietto con assoluta discrezione e rispetto, monitorandolo nel corso del tempo  e valutando anche le minime variazioni del suo stato di salute.

                 

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                  Displasia nei cuccioli: come accorgersene?

                   

                  La displasia nei cuccioli è un argomento molto affascinante tanto quanto fastidioso, e che genera sempre preoccupazione nei proprietari soprattutto di cani di razza medio grande.

                  Molte delle nostre visite sono improntate sulla visita ortopedica e la domanda che ci viene più spesso rivolta è se è possibile accorgersene per tempo.

                  Certo che si!

                  Ormai la medicina è improntata alla prevenzione piu che alla cura e noi sposiamo questa filosofia.

                  Iniziamo col dire che la displasia è una malattia articolare polifattoriale, ossia entrano a concorrere alla sua insorgenza molte cause. Tra queste riconosciamo quelle genetiche, metaboliche, traumatiche, il sovrappeso. Tutti questi fattori possono concorrere singolarmente o in associazione e questo ci fa capire come bisogna stare attenti in tutto.

                  Se si decide di avere come compagno un cane di razza bisogna scegliere l’allevamento accreditato dove i genitori hanno eseguito i controlli radiografici ufficiali che sono stati riportati sul pedigree. Molti pensano che basta avere un pedigree per sancire la salute articolare di un cane, in realtà il pedigree non è altro che una carta d’identità con un albero genealogico dove c’è la possibilità di riportare la condizione medica ma non obbligatoria.

                  Noi consigliamo sempre di consultarci prima di eseguire la scelta dell’acquisto di un cane di razza in modo da consigliare e scegliere insieme ragguagliando sullo stato di salute dei suoi discendenti. Questo è il primo step.

                  Ovviamente non esistono solo i cani di razza ma anche i fantastici e simpaticissimi meticci, e tutti quei cani di razza che sono sprovvisti di pedigree.

                   

                  Come fare con loro?

                  Semplice, basta una visita ortopedica e delle radiografie.

                  La visita ortopedica deve essere eseguita non più tardi del 4° mese e mezzo di età, proprio come nei neonati si esegue il controllo ecografico per valutare le anche così nei cuccioli si esegue uno studio preventivo delle articolazioni delle anche e dei gomiti. Queste radiografie permettono di calcolare degli indici che ci daranno la proiezione futura della comparsa della displasia.

                   

                  E una volta ottenuto questa previsione?

                  L’indice di distrazione insieme ad altri rapporti ci permette di valutare se il nostro cucciolo merita la correzione chirurgica, una chirurgia correttiva poco invasiva e risolutiva, la Sinfisiodesi ischiopubica.

                  Come detto, è una chirurgia poco invasiva eseguibile in day hospital e dunque può tornare a casa, sulle sue zampe, senza necessità di ricovero o di particolari cure.

                  Superato il 5° mese di età non tutto è perduto, c’è comunque la possibilità di una correzione chirurgica anche se più invasiva.

                   

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                    Pelo ovunque? Ecco il perché

                     

                    Ossessionati dal pelo del vostro cane sui poltrone, divani, letti e vestiti? Ecco svelati alcune motivazioni.

                    Il pelo del cane cade nei periodi di muta che coincidono con il cambio delle stagioni.

                    Prima di tutto occorre precisare che la perdita di pelo è un processo del tutto naturale e che serve ad aiutare Fido a mantenersi caldo o fresco a seconda della stagione. La cute del nostro amico gode così di buona salute e il manto ne regola il calore. Ci sono manti e manti!

                    Bisogna differenziare, infatti, le cure in base al tipo di pelo del cane.

                    I cani con il mantello folto, tipo lanugine e riccioluto (per esempio barboncini, bichon frise, bolognese) perdono il pelo 12 mesi su 12 ma in piccolissima quantità. Per loro sono consigliate spazzolate ricorrenti con cardatori o pettini, fate attenzione a non graffiare la pelle.

                    Anche il manto corto e duro, come quello dei dobberman, boxer, cane corso per dire alcune razze, è caratterizzato da perdita annuale, quindi è facile trovare peli tutti i giorni su vestiti e tappezzeria di casa. Questi peli ispidi si infilano nei tessuti come piccoli aghetti! A loro servono spazzolate frequenti con spazzole di gomma per rimuovere tutto il pelo morto e mostrare così il nuovo manto lucentissimo!

                    I manti corti e morbidi, per esempio come quelli del pastore tedesco, breton, setter, ecc., ugualmente a quelli corti e duri, sono soggetti a cadere tutto l’anno in piccole quantità, ma è durante i cambi di stagione il periodo clue della perdita, armarsi di tanta pazienza!

                    Le razze a pelo lungo richiedono toelettature frequenti per snodare e pettinare le lunghezze, sono molto utili perciò i pettini.

                     

                    Come avviene la muta?

                    Due sono i fattori che la scatenano, luce e temperatura. Due elementi che cambiano naturalmente con il susseguirsi delle stagioni. Ad ogni cambio di stagione muta anche il pelo, adattandosi alle nuove temperature e alle diverse ore di luce. Questo è quello che accade ai cani che vivono nei giardini.

                    Ma considerando che ormai molti cani, diciamo pure la maggior parte, vivono in casa, il ritmo naturale viene alterato dai riscaldamenti invernali e dai climatizzatori estivi. Ecco perché molto spesso si sente parlare di perdita di pelo abbondante tutto l’anno… mistero svelato!

                     

                    Luna ha bisogno di un check-up? Devi prenotare una visita specialistica per il tuo cucciolo? Ulisse manifesta dei sintomi che ti preoccupano?

                    Noi di Clinica Veterinaria Lecce Sud siamo a disposizione per fare insieme un controllo di check-up, una visita di routine, una visita specialistica, visita di diagnostica per immagini, esami di laboratorio, visita di medicina di base, medicina specialistica e terapia del dolore, per i nostri amici a quattro zampe!

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